Grande successo per la prima edizione del Congresso Nazionale AIMES sul “Pensiero Sistemico in Medicina”. L'evento ha avuto luogo sabato 18 marzo 2017 presso l'Hotel Michelangelo di Milano e ha ospitato oltre trecento operatori della salute provenienti da tutta Italia. Una platea attenta, coinvolta, partecipe, come hanno testimoniato i due momenti del programma dedicati al dibattito e alla discussione e condivisione, intensi e vissuti con forte interesse. Nutrita la lista dei relatori che ha visto salire sul palco nomi di prestigio quali il Presidente AIMES Dott. Giampiero Di Tullio (Medico chirurgo, Specialista in Scienza dell'alimentazione e esperto in Omeopatia e Omotossicologia), il Dott. Fernando Piterà Di Clima (Medico chirurgo, docente in Gemmoterapia Sistemica e esperto in Fitoterapia, Omeopatia e Omotossicologia), la Dott.ssa Carla Marzetti (Microbiologa, Direttore Scientifico del Laboratorio Valsambro), il Dott.Vittorio Iorno (Medico chirurgo, Specialista in Anestesia e Rianimazione, esperto in Terapia del dolore) e la Prof.ssa Gemma Martino (Senologa, Direttore Scientifico del Centro Studi Formazione e Terapia METIS), a cui hanno fatto seguito otto gruppi di lavoro formatisi in diverse regioni del territorio nazionale con altrettanti appassionanti lavori a dimostrazione del grande entusiasmo e la sentita compartecipazione al progetto di rinnovamento. Il Congresso, aperto dal saluto del Dott. Roberto Carlo Rossi, Presidente OMCeO di Milano, ha trattato con interventi precisi ed approfonditi il tema del Pensiero Sistemico in Medicina: far emergere nella consapevolezza degli operatori della salute il valore del Pensiero Sistemico applicato specificamente alle patologie croniche, dove il pensiero lineare causa-effetto non è più sufficiente; esplorare dunque l'uomo nella sua complessità e ricostruire i percorsi del pathos individuale ponendo al centro dell'attenzione l'essere umano piuttosto che la malattia.
“Si è messo in moto un meccanismo molto importante” dichiara il Dott. Giampiero Di Tullio, “Questa è stata solo la prima edizione: l'inizio di un nuovo percorso in Medicina. La partecipazione focalizzata e attenta della platea e i puntuali e continui riferimenti alla ricerca scientifica mondiale, ampiamente citati dai relatori durante il congresso, dimostrano che la malattia, in particolare quella ad andamento cronico, è da interpretarsi come segnale di profonda alterazione delle interconnessioni tra sistemi dell'organismo e che il recupero attento dei percorsi individuali di disagio attraverso, ad esempio, il design patobiografico, è la strategia migliore per una vera umanizzazione della medicina. In sintesi è il futuro che ci attende, se davvero vogliamo non solo sopprimere i sintomi ma curare il malato, stimolando le sue capacità naturali di autoguarigione”.
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